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Immagine del redattoreGabriele Deodati

TUTTO CIÒ CHE CAMBIERÀ PER LA CASA CON LA MANOVRA 2024

La Manovra 2024 si avvia alla resa dei conti finale e vale fino a 28 miliardi. Un’operazione di taglia e cuci che ha messo a dura prova i conti pubblici ma anche la tenuta delle forze nella maggioranza di governo.

L’ultimissima bozza in circolazione della Legge di Bilancio 2024 dovrà comunque superare critiche, emendamenti, ultimi colpi di scena e retromarcia, ma soprattutto il voto del Parlamento entro la fine dell’anno. Il primo vero atto del governo Meloni non sarà indolore per i proprietari di casa e per chi affitta immobili.

Analizzando la bozza della Legge di Bilancio, si possono prevedere cambiamenti e scenari per il prossimo anno nell’ambito dell’edilizia e del settore immobiliare. Comunque la si pensi, il patrimonio immobiliare italiano resta una delle fonti primarie da cui attingere tasse per risanare i conti pubblici e provare a migliorare i servizi. Ecco cosa cambierà per la casa.

Affitti brevi: sale la ritenuta

Salvo ripensamenti, con la nuova legge di Bilancio cambierà il regime fiscale degli affitti brevi. La tassazione con la cedolare secca e con la ritenuta d’acconto per i canoni di locazione dovrebbe passare dal 21% al 26%.

La manovra in questo caso non piace a Confedilizia e alle associazioni di categoria come Abbac (Associazione nazionale extralberghiera dei bed and breakfast, affittacamere, case) e Aigab (Associazione dei gestori di affitti brevi).

Se l’interno del governo è quello di disincentivare gli affitti su piattaforme come Airbnb, il timore è che l’aumento della pressione fiscale possa mettere in difficoltà molti proprietari, facendo diminuire rendita e lavoro, e portando a un aumento dell’evasione.

Vendere case ristrutturare col Superbonus costerà di più

Il Superbonus ha messo in moto i cantieri, ma ha anche inasprito il dibattito politico. Il governo aveva già duramente criticato l’utilizzo che se n’è fatto, dissanguando i conti pubblici. Ora è lo Stato stesso a presentare il conto: da gennaio 2024 non saranno più considerati “redditi diversi” le plusvalenze sulla vendita di immobili con interventi agevolati. Il 26% di tasse sarà calcolato sull’intera plusvalenza e non solo sulla parte “scontata” con le ristrutturazioni edilizie agevolate.

Chi aveva pensato di ristrutturare un immobile con Bonus e Superbonus, sperando di ottenere un margine di guadagno dalla vendita dell’immobile stesso, dovrà ora fare i conti con l’intera tassazione.

L’enigma dei Bonus edilizi

Saranno migliorati? Ci sarà più vigilanza e meno burocrazia? Per ora, l’unica cosa certa è che il governo vuole aumentare dall’8 all’11% la ritenuta d’acconto per i bonifici parlanti. È la percentuale che le banche potranno trattenere a titolo di acconto con un impatto imprevedibile sui conti delle piccole imprese edili. Il timore è che questo aumento abbia ricadute sui costi per l’utente finale.

Più tasse sulle case all’estero

Possedere una casa all’estero costerà di più. Dal 2024, l’Ivie (Imposta sul valore degli immobili all’estero) per chi possiede case in uno dei Paesi Ue, aumenterà dallo 0,76 all’1,06 per mille del valore catastale o del valore di acquisto, al netto delle imposte pagate nello Stato in cui sono accatastate. L’Ivie non si continuerà a pagare sull’abitazione principale all’estero.

Aumenta l’Irpef sulle case green?

L’entusiasmo per la transizione ecologica deve fare i conti con il Fisco. Infatti, sulla bozza della manovra non è prevista la proroga per il 2024 della detrazione Irpef del 50% sull’acquisto di immobili green (di classe energetica A e B).

Fonte immobiliare.it



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