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Immagine del redattoreGabriele Deodati

SUPERBONUS, SI VALUTANO NUOVE MODIFICHE: LE ULTIME PROPOSTE

La normativa sul Superbonus ha subito varie modifiche nel tempo, e ora è al centro di nuovi aggiustamenti che intendono rispondere a situazioni eccezionali e migliorare l’efficacia della sua applicazione. Queste modifiche, attualmente ancora allo studio, sono state anche oggetto di ulteriori osservazioni tenutesi in occasione di una serie audizioni preliminari sul Def 2024 (Documento di economia e finanza), che si sono svolte presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. I temi al centro delle analisi dei principali istituti e autorità economiche del sistema paese sono stati tanti, dalla crescita al Pnrr, dal superbonus al cuneo fiscale.

Una delle principali novità su cui la maggioranza sta lavorando riguarda l’introduzione di ulteriori deroghe per le zone colpite da calamità naturali, come terremoti e alluvioni. Un altro aspetto cruciale delle modifiche in corso riguarda il ruolo dei Comuni nella prevenzione delle frodi legate al Superbonus.

L’arruolamento dei Comuni in questo contesto si prefigura come una misura di vigilanza e controllo, dove gli enti locali sono chiamati a svolgere un ruolo più attivo nel monitoraggio dei progetti e nella verifica della loro legittimità. 


L’impatto macroscopico sull’economia 

Il Decreto-legge 39/2024 ha introdotto importanti novità per il Superbonus, tra cui deroghe specifiche per le zone terremotate e alluvionate, e misure più rigide per combattere le frodi, come confermato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) durante l’ultima audizione. 

L’Upb ha sottolineato come il Superbonus abbia avuto un impatto “macroscopico” sull’economia, amplificando i costi ben oltre le previsioni iniziali a causa delle estensioni ripetute della misura e della generosità dell’agevolazione. Quest’ultima ha anche favorito la diffusione di comportamenti fraudolenti, legati in particolare alla cedibilità del credito d’imposta a terzi. 


Secondo le analisi dell’Upb, il Superbonus inciderà notevolmente sul debito pubblico, in particolare nel triennio 2024-2026, con un onere stimato all’1,8% del PIL, superiore allo 0,5% del triennio precedente.

Una proposta avanzata prevede la diluizione delle detrazioni su un arco di dieci anni anziché quattro, il che ridurrebbe l’impatto sul debito/PIL dal 137,8% al 137,3% nel 2024, con una proiezione decrescente fino al 2027. 

Per il futuro, l’Upb raccomanda un approccio più selettivo e sostenibile: l’aliquota di agevolazione dovrebbe essere calibrata per incentivare comportamenti meritevoli senza gravare eccessivamente sul bilancio statale. Ciò implica una maggiore compartecipazione alle spese per limitare opportunità di abuso.

È stato anche suggerito di rendere l’agevolazione più selettiva sia nelle attività che nei beneficiari, oltre a introdurre meccanismi di autorizzazione preventiva per un migliore monitoraggio della spesa. 

L’Upb, insieme al Dipartimento delle Finanze del Mef, propone la sostituzione del Superbonus con un trasferimento monetario diretto, modulato in base alla condizione economica del beneficiario e alla classe energetica dell’edificio, oppure con prestiti agevolati, entrambi soggetti a limiti di spesa e controlli preventivi.

Questo cambiamento mira a un equilibrio più sostenibile tra stimolo economico e responsabilità fiscale. 


Necessarie riflessioni sulle politiche di incentivazione future

Secondo le dichiarazioni del capo del Dipartimento economia e statistica di Bankitalia, nell’audizione sul Def presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il costo del Superbonus contabilizzato per competenza nel 2023 ammonta a 3,7 punti del Prodotto Interno Lordo (PIL), equivalente a 77 miliardi di euro. Questo costo ècinque volte superiore” a quanto previsto dal Documento di economia e finanza (DEF) per l’anno in corso.

Questa sproporzione tra le stime iniziali e i costi effettivi solleva importanti questioni sulla gestione e pianificazione delle politiche di incentivo ed evidenzia una preoccupazione crescente riguardo la necessità di un approccio più accurato e sostenibile.

Queste implicazioni, secondo Bankitalia, sottolineano l’importanza di valutazioni preventive più rigorose e realistiche, non solo in termini di costo, ma anche per quanto riguarda la fattibilità e l’effettiva attuazione.


Novità e discussioni in atto 

La conversione del decreto-legge 39/2024, attualmente in discussione al Senato, ha come obiettivo di rendere più flessibili le misure incentrate sul risparmio energetico e la sicurezza sismica.

Per tali motivi, si prospettano ulteriori cambiamenti per il Superbonus e altri incentivi correlati. I principali punti su cui attualmente sono aperte alcune valutazioni sono:

Tempi più lunghi

La possibilità di dilazionare i tempi per l’utilizzo dei bonus è uno degli aspetti chiave del decreto. Una proposta, ancora in fase di valutazione, prevede l’allungamento dei tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus da 4 a 10 anni, una misura che ha già trovato il favore del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Resta da chiarire per quali specifici interventi si richiederà l’estensione del periodo di recupero delle agevolazioni.

Zone colpite dal sisma e alluvione e Terzo settore

Sono arrivate poi alcune proposte che prevedono deroghe per zone colpite dal sisma e alluvione e per il Terzo settore su cui sarebbe in corso una valutazione del Ministero dell’Economia.

Tenuto conto delle risorse disponibili, l’emendamento contempla di estendere la deroga inclusa nel decreto per gli immobili danneggiati dai terremoti nel 2009 e a partire da agosto 2026 delle regioni: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

Verrebbero aggiunti alla lista anche Molise, Emilia-Romagna, Catania e Ischia per gli interventi di ricostruzione degli immobili che hanno subito danni.


Nuovi limiti e deroghe

Parallelamente alla dilazione dei tempi, si delineano ulteriori limiti. Al momento, l’attenzione è rivolta agli emendamenti che potrebbero definire le nuove condizioni per l’accesso ai benefici.


Coinvolgimento dei Comuni

La commissione Finanze del Senato sta valutando un nuovo emendamento al decreto-legge Superbonus, che prevede un coinvolgimento volontario dei Comuni nei controlli dei cantieri.

L’idea è di incentivare le amministrazioni locali a partecipare offrendo loro un ritorno economico del 30% sui recuperi effettuati in caso di irregolarità. Questo approccio mira a utilizzare le risorse locali, come i vigili urbani, per la segnalazione di non conformità direttamente all’Agenzia delle Entrate, che gestirà il recupero dei fondi.

L’opzione di includere i Comuni nei processi di verifica è completamente volontaria, con l’obiettivo di rendere i controlli più capillari e diretti.



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