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Immagine del redattoreGabriele Deodati

Sismabonus, chiesta la modifica delle regole sull’asseverazione tardiva

Per ottenere il Sismabonus, l’asseverazione della riduzione del rischio sismico deve seguire delle tempistiche precise. Le regole in materia sono cambiate, rischiando di creare confusione e disparità di trattamento tra i contribuenti, ma al momento non ci sono le condizioni per giungere ad una interpretazione diversa e più equa.

Questo, in sintesi, è quanto emerso con la risposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze all’interrogazione 5-07329 presentata in Commissione Finanze dall’on. Pd Gian Mario Fragomeli.

Sismabonus, il rischio di trattamento impari

L’interrogazione, ripercorrendo le norme che regolano le detrazioni per i lavori antisismici, sottolinea il rischio che si crei una disparità di trattamento tra i soggetti che intraprendono gli interventi in tempi diversi.

Per ottenere il Sismabonus era inizialmente necessario presentare l’asseverazione del progettista contestualmente al titolo abilitativo. Successivamente, il DM 24/2020 ha previsto la possibilità che l’asseverazione sia presentata anche successivamente al titolo abilitativo, ma comunque prima dall’avvio dei lavori.

Tuttavia, sottolinea l’interrogazione, si sono creati una serie di dubbi, che spingono i contribuenti a rivolgersi all’Agenzia delle Entrate.


Il DM 24/2020 è entrato in vigore il 16 gennaio 2020 e non prevede un’applicazione retroattiva delle nuove regole. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate risponde alle istanze di interpello che l’asseverazione tardiva è consentita solo se il titolo abilitativo è stato presentato dopo il 16 gennaio 2020. In caso contrario, l’agevolazione viene persa.

E infatti, spiega l’interrogazione, molti cittadini, che hanno trasmesso asseverazioni valide dopo la presentazione del titolo abilitativo, stanno ricevendo contestazioni.

Si tratta, secondo gli interroganti, di un errore formale cui andrebbe posto rimedio.

Sismabonus, quando è consentita l’asseverazione tardiva

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, chiamato a rispondere all’interrogazione, ha spento le speranze degli interroganti.

Il Ministero ha spiegato che, in assenza di una previsione normativa diversa, non ci sono i margini per poter applicare retroattivamente le nuove regole. Eventuali modifiche in tal senso potranno essere valutate dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).


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