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Immagine del redattoreGabriele Deodati

RIFORMA DEL CATASTO, IN ARRIVO UN CONDONO EDILIZIO?

Salvo ulteriori rallentamenti, la riforma del catasto dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2024. Una ristrutturazione faticosa e travagliata, che ha come obiettivo primario la revisione della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale degli immobili.

Secondo un rapporto pubblicato da Banca d’Italia, i proprietari immobiliari in Italia sono circa 25,5 milioni. Di questi, 1.400.000 hanno un reddito superiore a 55 mila euro. Tra questi, 780 mila superano anche i 75 mila euro. La riforma del catasto, dunque, abbraccia una fetta consistente dell’economia italiana, che si porta dietro decenni di vuoti normativi, abusivismi e tassazione iniqua, con l’immancabile promessa mai mantenuta di introdurre una tassa patrimoniale.

Cosa prevede la riforma del catasto

Le forze di governo precedenti, e l’attuale, puntano alla caccia ai cosiddetti “immobili fantasma”, con strumenti più evoluti per l’individuazione e il controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati. Una misura che interesserebbe quasi 30 milioni di italiani.

La riforma prevede un nuovo sistema di “mappatura” degli immobili esistenti da attuarsi entro il 2026 con la revisione e l’adeguamento delle rendite catastali. Da questa operazione si potrà ottenere una fotografia più dettagliata dello stato del patrimonio immobiliare italiano, dando la caccia agli immobili “fantasma” e a quelli accatastati in maniera irregolare.

Nel lungo periodo si vorrebbe raggiungere un adeguamento delle rendite catastali, periodico e calibrato ai valori di mercato, e una maggiore equità nella tassazione degli immobili.

In attesa che la riforma del catasto entri in vigore, il governo Meloni studia alcuni provvedimenti per il nuovo Piano Casa, con possibili condoni agli abusi edilizi. E qui viene il nodo al pettine: il condono potrebbe snaturare gli obiettivi e i cambiamenti attesi dalla riforma del catasto?

Riforma del catasto, in arrivo un condono edilizio?

Il dibattito attuale si sta annodando sui possibili condoni per gli abusi edilizi da inserire in apposito decreto, o tra le misure del nuovo Testo Unico sull’Edilizia. Sicuramente il condono edilizio sarà applicato nei casi di abusi di minori e piccole difformità, nella speranza di poter sbloccare cantieri e lungaggini in campo edile. Ma i tre maxi-condoni varati sinora nella storia della Repubblica non hanno contrastato l’abusivismo come sperato, anzi, secondo alcuni critici lo hanno ulteriormente incentivato.

Il dibattito non è incentrato solo sul condono, ma anche sui timori che la riforma del catasto possa portare a un aumento delle tasse. Le stime prevedono un aumento delle rendite catastali del 128%, con picchi soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano. Nei piccoli Comuni gli effetti potrebbero essere impercettibili.

L’altro timore, adesso, è che il condono possa vanificare gli sforzi verso una rivoluzione più incisiva e sostenibile nel futuro dell’edilizia e dell’urbanistica in Italia.

Fonte immobiliare.it




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