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Immagine del redattoreGabriele Deodati

Qualità dell’aria indoor e l’influenza sulla salute delle persone e dell’edificio

(di P. Allegri) L’organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato, che nelle società industriali le persone trascorrono fino al 90%[1] del proprio tempo in ambienti confinati, nei quali vengono svolte molteplici attività quotidiane.

Siamo la “generazione indoor”, che trascorre circa 22 ore al giorno in ambienti sigillati, illuminati male, rumorosi, umidi e poco areati, svantaggiosi per la salute. L’aria interna è 5 volte più inquinata dell’aria esterna e genera un quadro allarmante, che impone l’attuazione di politiche capaci di mettere insieme economia, edilizia, salute, etica, competenze professionali, finalizzate a migliorare lo stato di salute della collettività, con la riduzione della spesa sanitaria pubblica.

Quanto ci costa l’inquinamento indoor?

Negli USA l’inquinamento indoor implica un calo di produttività del 3%, pari ad un giorno di lavoro perso ogni mese, che costa orientativamente tra i 4 e 5 miliardi di dollari. In Italia i costi sanitari da sostenere per le malattie associate agli edifici, il conseguente calo della produttività e il mancato apprendimento scolastico sono stimabili in una cospicua manovra economica.

Non solo: un immobile insalubre e potenzialmente dannoso per la salute dei fruitori, subisce anche una riduzione del valore di mercato ed espone i proprietari al risarcimento del danno biologico. Sono numerose le sentenze, che racchiudono nel diritto alla salute anche il diritto ad abitare e soggiornare in un ambiente salubre, privo di fattori anche solo potenzialmente pregiudizievoli e lesivi all’integrità psichica e fisica dell’individuo.

L’influenza dei materiali sul microclima

Dagli anni sessanta, gli anni della speculazione edilizia nei paesi industrializzati, le abitazioni sono state realizzate con materiali scarsamente traspiranti, rispetto ai vecchi edifici costruiti con materiali capaci di garantire i parametri ambientali che condizionano lo scambio termico soggetto-ambiente.

Ne è scaturito un microclima malsano, spesso troppo umido, con l’insorgere di condensa, muffe, imputabili anche ad una inadeguata progettazione della ventilazione naturale. Inoltre, le politiche dell’efficientamento energetico hanno spinto ad isolare sempre di più, alterando i criteri e parametri ambientali, quali la temperatura, umidità relativa e la velocità dell’aria, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria indoor e la salute degli occupanti.

La progettazione di un edificio è un processo complesso, che implica una rivalutazione di ogni componente costruttiva in caso di nuove integrazioni edilizie anche modeste, che possono alterarne lo stato funzionale.

Come garantire un ambiente sano e salubre?

L’organizzazione mondiale della sanità definisce un «ambiente fisico sano e salubre» un’abitazione e/o edificio, che è in grado di tutelare la salute, promuovere il benessere fisico, sociale e mentale dei suoi occupanti attraverso una progettazione, costruzione, manutenzione e collocazione territoriale in grado di supportare un «ambiente sostenibile» e una «comunità coesa».

Finalità che vanno perseguite attraverso una progettazione pensata e concepita con un approccio multidisciplinare, che integra professionalità e specifiche competenze, da attuare attraverso un confronto tra scienza, settore medico e ingegneristico a tutela della sicurezza e della salute di tutti.

Fonte Ediltecnico



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