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Immagine del redattoreGabriele Deodati

QUALI SONO LE TRE TIPOLOGIE DI CONDOMINIO ESISTENTI?

Il concetto di “condominio” affonda le sue radici nel diritto romano e nell’accezione latina “consortium”.

È in età classica che comincia a imporsi il bisogno di regolamentare questo diritto inteso come proprietà comune di divisione pro quota con ripartizione proporzionale dei diritti e dei doveri. È così che il diritto moderno eredita la definizione di “rei vindicatio partiaria”, la propria quota su cui gravano obblighi e diritti.

Oggi, come allora, i condomini non erano tutti uguali, con l’unica differenza che a quel tempo cambiavano a seconda del ceto e del censo.

In basi ai dati catastali, nell’Italia del nuovo millennio sono diffusi 3 tipi particolari di condominio. I “condòmini”, i residenti che vivono in questa forma di comunità, di solito scelgono la tipologia di condominio in base ai propri bisogni o esigenze di gestione di servizi comuni.

Vediamo quali e come funzionano.


Le tipologie di condominio in Italia

Il Supercondominio: cosa è e come funziona

Il supercondominio è una tipologia di comproprietà o condivisione conosciuto anche come condominio complesso o condominio orizzontale.

Si tratta di un complesso immobiliare composto da più edifici, ciascuno dei quali di norma costituito in condominio.

Questi condomini di solito condividono gli stessi viali di accesso, aree parcheggi, impianti idrici ed elettrici, parti comuni.

Questa forma di condominio è molto diffusa nei grandi centri, tuttavia la riforma del Condominio, in vigore dal 2013 li ha esclusi.

In un supercondominio sono presenti più di 8 proprietari o condomini.

Il condominio parziale: cosa è e come si gestisce

Questa tipologia di condivisione è stata ulteriormente normata a seguito di una sentenza della Cassazione (numero 10483 del 21 maggio 2015).

La giurisprudenza ha stabilito che il condominio parziale è configurabile ogni volta che un bene è destinato al servizio e al godimento, in modo esclusivo di una parte dell’edificio.

È una forma più ibrida, perché in un edificio la proprietà di uno o più beni comuni è limitata solo ad alcuni condòmini.

Quindi, le quote sono differenti, a seconda delle proprietà dei singoli condomini.

Il condominio minimo: cosa è

Questa tipologia è in crescita, poiché più semplice da gestire. In un condominio minimo ci sono solitamente 2 proprietari o solo 2 unità immobiliari con parti comuni connesse e funzionali.

In questo caso, non è necessario alcun atto formale né un procedimento particolare. Non sono necessari l’adozione di un regolamento interno o la nomina di un amministratore condominiale.

In caso di necessità è l’autorità giudiziaria a nominarlo.

Quando conviene un condominio allargato?

La scelta di vivere in condominio è personale o dettata da bisogni di logistica o economia. Di solito, tanto più è complesso e allargato, tanto più questa scelta comporta vantaggi, ma anche svantaggi.

I vantaggi di un condominio grande sono:

  • Costi di gestione e manutenzione ripartiti e meno onerosi

  • Suddivisione delle responsabilità tra più soggetti

  • Costo di vendita di una abitazione inferiore

  • Maggiori servizi comuni e accessibilità agli stessi

  • Più sicurezza rispetto a un’unità immobiliare isolata

  • Senso di comunità e mutuo aiuto nelle difficoltà

Gli svantaggi di un condominio grande sono:

  • Meno privacy

  • Più regole da rispettare

  • Spazi solitamente più ridotti (soprattutto nelle grandi città)

  • Spese condominiali più ridotte, ma scadenze da rispettare spesso inderogabili

Fonte immobiliare.it



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