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Immagine del redattoreGabriele Deodati

MINI CONDONO: A CHI SPETTEREBBE

Da Fratelli D’Italia arriva la proposta di un Mini Condono Edilizio, circoscritto a una singola regione: vediamo chi ne potrà trarre vantaggio per sanare i piccoli abusi edilizi, e quali sono le aree geografiche coinvolte nell’implementazione del provvedimento.

Cosa significa mini condono?

La pratica del condono edilizio permette di regolarizzare interventi edilizi non conformi alle norme urbanistiche, al fine di evitare sanzioni. Si tratta di una misura che ha lo scopo di sanare abusi edilizi, ma è soggetta a limiti temporali poiché costituisce una legge speciale.

Negli ultimi anni, i condoni edilizi previsti sono stati quello del 1985, il quale offriva sanatoria e condono, quello del 1994, i cui criteri consideravano tempo, stato dei lavori e limiti dimensionali e, infine, quello del 2003, formalmente l’ultimo condono edilizio.

Attualmente si parla invece di “mini condono edilizio” a indicare la zona circoscritta della sua attuazione, ovvero la Sicilia, e in particolare la zona delle spiagge dell’isola.

Mini condono edilizio in Sicilia: come funziona

La proposta condono edilizio 2023, nella sua forma circoscritta alla Sicilia, arriva direttamente da Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli D’Italia, il quale ha presentato un emendamento all’Ars (Assemblea Regionale Siciliana).

Il testo, che verrà preso in esame nei prossimi mesi dalla commissione Ambiente, fa riferimento al condono del 1985, che come abbiamo visto rappresentò la prima significativa sanatoria a livello nazionale dopo l’introduzione dei vincoli di inedificabilità.

Cosa prevede l’emendamento? L’istituzione del mini condono edilizio siciliano ha lo scopo di derogare i limiti imposti dalla normativa del 1976, la quale aveva vietato la costruzione di immobili entro i 150 metri dalla battigia.

Giorgio Assenza stesso, al Giornale di Sicilia, ha spiegato le ragioni alla base della sua proposta, affermando che l’approvazione dell’emendamento consentirebbe di salvare decine o forse centinaia di migliaia di case costruite tra il 1976 e il 1985, poiché dopo quest’ultima data, la legge Galasso ha definitivamente vietato la realizzazione di edifici sulle spiagge, estendendo il limite a 300 metri.

Il condono per le case sul mare in Sicilia

Il primo comma dell’emendamento di Assenza afferma che

nei Comuni che già possedevano strumenti urbanistici entro il 10 giugno 1976, inclusi i semplici regolamenti edilizi, l’articolo 15 comma 1 lettera A della legge 78 del 1976 non si applica.

In altre parole, nei Comuni in cui esistevano norme urbanistiche prima del giugno 1976, i vincoli di inedificabilità non si applicano e consentivano la costruzione anche sulle spiagge fino a quella data.

Il secondo comma dell’emendamento, invece, fa riferimento alla sanatoria del 1985, specificando che le abitazioni abusive costruite in quei Comuni in cui esistevano piani regolatori approvati prima del giugno 1976 sono considerate valide, anche se situate a ridosso del mare. Tuttavia, le richieste di sanatoria devono essere state presentate nel 1985.

L’intento è quello di risolvere una complessa situazione che si protrae da 40 anni. Assenza afferma:

Nel 1985 sono state presentate oltre 400 mila domande. Molte di queste, circa 207 mila, si trovano proprio in questa situazione e quindi rimangono in sospeso: non sono state respinte, ma non possono nemmeno essere approvate. Rimangono negli archivi dei Comuni. Con questa norma di interpretazione autentica forniamo una direzione per porre rimedio anche a una diversità di trattamento, poiché situazioni simili sono state valutate in modo differente da una zona all’altra della Sicilia.

La situazione degli abusi edilizi in Italia

Questa non è la prima volta che una proposta del genere viene presentata all’Ars: nel 2021, una proposta analoga fu respinta con una differenza di pochi voti, ottenendo un ampio consenso trasversale.

Questo testimonia la situazione italiana nel contesto degli abusi edilizi: secondo Assenza, i maggiori numeri si riscontrano nella zona del Palermitano e di Agrigento.

Anche a livello nazionale la situazione dell’abusivismo edilizio è preoccupante: uno studio recente di Legambiente rivela che dal 2004 al 2020 solo il 33% degli immobili abusivi è stato demolito.

Si tratta di una problematica importante e da non sottovalutare, dal momento che l’Ispra certifica che l’abusivismo edilizio è una delle cause che aumentano il rischio idrogeologico in Italia.

Fonte immobiliare.it



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