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Immagine del redattoreGabriele Deodati

MANOVRA 2024, COSA CAMBIA PER LE DONAZIONI IMMOBILIARI

Il cospicuo patrimonio immobiliare italiano resta fonte primaria di prelievo fiscale. La legge di Bilancio che si avvia all’approvazione in Parlamento, è la conferma che nell’ambito della successione degli immobili, il primo erede è lo Stato che deve garantire i servizi al cittadino. A parte qualche ricalcolo su altri fronti (cedolare secca e Superbonus), la manovra 2024 da quasi 28 miliardi sembra finalmente pronta. Il primo vero atto del governo Meloni prevede qualche cambiamento sulle donazioni immobiliari.

Quanto valgono le donazioni e le eredità immobiliari

Nel 2022 il patrimonio immobiliare in Italia ha registrato un aumento dello stock pari all’1% in un solo anno, con oltre 736mila unità in più rispetto al 2021. L’88% delle proprietà di case e immobili appartiene a persone fisiche, in particolar modo il patrimonio registrato nelle categorie A e C. Secondo le stime aggiornate, sono 35,5 milioni le abitazioni italiane. La rendita catastale complessiva vale oltre 38 miliardi di euro, quasi il doppio di una canonica finanziaria. Una miniera d’oro che non a caso divide da decenni la classe politica tra favorevoli e contrari all’istituzione di una tassa patrimoniale.

Tra le tasse più dibattute c’è quella sulle donazioni immobiliari, dalle quali il Fisco prevede di attingere nuove risorse messe in conto nella Manovra finanziaria per il 2024. Nel 2022 le donazioni immobiliari in Italia hanno sfiorato quota 213mila, una fetta consistente di questo patrimonio italiano.

Manovra 2024, cosa cambia per le donazioni immobiliari

Nel 2024 dovrebbero entrare a regime alcuni meccanismi della riforma del catasto, che al momento sembra congelata nel dibattito politico, sacrificata da misure più urgenti e a effetto. Eppure, questo travagliato e faticoso percorso, ha come obiettivo primario la revisione della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale degli immobili. L’altro auspicio è quello di portare alla luce i cosiddetti “immobili fantasma”, con strumenti più evoluti per l’individuazione e il controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, raggiungendo così l’agognata equità nella tassazione degli immobili.

In questo dibattito entrano a pieno titolo anche le donazioni immobiliari, un mercato florido e strettamente legato al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione piuttosto accentuato in Italia. Infatti, molte delle case ereditate appartengono alle vecchie generazioni, ai nonni e ai genitori della popolazione attualmente più attiva. Un immenso patrimonio che da un lato garantisce un tetto sicuro alle nuove generazioni. D’altro canto, può trasformarsi in una eredità da cui trarre proventi o da cui generare nuova economia, attività ricettive e commerciali, e tanto altro.

Il terzo erede è naturalmente lo Stato, che da questi beni può attingere preziose risorse per i servizi. Questo capitolo è stato rispolverato nella manovra 2024 concepita a Palazzo Chigi. La bozza della legge di Bilancio da approvare prevede alcuni cambiamenti in questo delicato settore dei beni provenienti da donazioni e successioni. Il governo intende sbloccare il mercato con alcune misure.

Ecco in sintesi cosa cambia:

  • Restituzione di un bene proveniente da donazione (Il terzo che ha acquistato non sarà più tenuto a restituirlo);

  • Casa e beni ereditati (Gli eredi di una successione a cui è stata negata l’eredità, e che risulteranno parti lese, potranno pretendere una ricompensa in denaro da parte del donatario);

  • Vendita beni ricevuti in donazione (Il governo ripropone la rivalutazione di terreni e partecipazioni con imposta sostitutiva, per ridurre la pressione fiscale su eventuali plusvalenze e sbloccare il mercato della “quota di legittima”).

Secondo alcuni analisti, più che cambiamenti sono piccole soluzioni tampone, in attesa che una riforma più strutturale possa tracciare il futuro di questa importante economia nel patrimonio immobiliare italiano.





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