top of page
Cerca
Immagine del redattoreGabriele Deodati

INVESTIMENTI IMMOBILIARI IN ITALIA: LE ULTIME NOVITÀ

C’è fermento tra i grandi operatori immobiliari del mercato italiano. Un’attività che si riflette anche su alcuni titoli quotati. Ma con un trend che in realtà fa storcere il naso a Borsa Italiana e rende sempre più opaco il binomio tra mattone e strumenti di Borsa destinati ai risparmiatori.

L’operazione di Aedes Siiq

L’ultima operazione riguarda Aedes Siiq, il cui controllo sta passando di mano. Aedes è un operatore con un portafoglio da 352 milioni di euro di asset, suddivisi fra Commerciale/retail (circa 145 milioni), Uffici, Hotel e altri voci meno rilevanti.

Un player importante, il cui titolo da inizio anno ha guadagnato oltre il 60%. Ora, la maggioranza di Aedes viene comprata da Hines, in tandem con Apollo Asset management e con Vi–Ba, soci che per questo scopo hanno fondato il veicolo Domus.

Con una spesa di circa 45 milioni di euro, la nuova proprietà si porta a casa il 54,86% di Aedes, quindi una quota di maggioranza. A vendere è soprattutto la società Augusto, finita in liquidazione.

Le azioni di Hines

Hines è un operatore internazionale, che ha investito ad oggi 6 miliardi di euro in Italia, specialmente sulle asset class del living, degli uffici e della logistica principalmente nel Nord Italia.

A Milano sta sviluppando importanti progetti di rigenerazione urbana, nella zona di Sesto e nell’area ex Trotto. Ha in cantiere il rilancio dell’iconica Torre Velasca e la realizzazione di nuovi studentati. Un portafoglio diverso, quindi, da quello commerciale di Aedes. “Questa operazione riveste per noi una rilevanza strategica, per diversi motivi: è la prima operazione su una società quotata che, come Hines, realizziamo in Europa. Inoltre, il patrimonio immobiliare di Aedes presenta importanti potenzialità da valorizzazione e importanti sinergie con quanto stiamo già realizzando sul mercato”, ha commentato Mario Abbadessa, country head di Hines Italy.

Eppure, una volta terminata l’operazione di acquisto della quota di maggioranza, la nuova proprietà sarà obbligata a lanciare un’Opa totalitaria sulle restanti azioni di Aedes. E, di solito, questa fase è seguita dal delisting, cioè dall’abbandono del listino quotato in Borsa.

Sarebbe il secondo abbandono di peso, nel paniere di titoli immobiliari, visto che proprio nelle prossime settimane si concluderà l’addio alla Borsa da parte di un altro big del mattone, Coima Res Siiq.

Coima Res in Italia

Coima Res è stata la prima Siiq (società di investimento immobiliare quotata) a sbarcare in Borsa in Italia, sei anni fa. Ha un portafoglio di asset immobiliari da quasi 700 milioni di euro, concentrato per il 91% a Milano (53% nel distretto di Milano Porta Nuova e 39% in altri distretti a Milano), per il 4% in Lombardia (esclusa Milano) e per il 5% in altre regioni del Nord e Centro Italia.

Per lo più, si tratta di asset “Direzionali/uffici”. Il controllo del capitale è per il 95% di Qatar Holding (diretta emanazione del fondo sovrano dello stato del Qatar) e proprio l’azionista di maggioranza ha lanciato una Opas su tutto il capitale, che porterà al ritiro del titolo dalla Borsa.

La società diventerà una Sicaf completamente privata. “La quotazione era servita per raggiungere una dimensione internazionale. Ora, tornare privati è più funzionale alla crescita”, è il ragionamento espresso dal management per motivare la scelta.

Così in Borsa non resterebbe che Igd Siiq (Immobiliare grande distribuzione), gruppo quotato dal 2005, nato nel 2000 dal conferimento di parte del patrimonio immobiliare di Coop Adriatica (ora Coop Alleanza 3.0) e di Unicoop Tirreno, che ancora oggi sono i principali azionisti.

Un colosso da 2,1 miliardi di euro di patrimonio (dato al 30 giugno 2022), suddiviso tra centri commerciali in Italia (1,49 miliardi), ipermercati in Italia (409 milioni) e circa 135 milioni di spazi commerciali in Romania. Un titolo non troppo generoso per i risparmiatori, sul lungo periodo, considerando che oggi viaggia di poco sotto ai 3 euro come valore. Ben distante dai circa 15 euro del 2008, ultima fiammata della bolla immobiliare del primo decennio degli anni 2.000.

Insomma, le Siiq dovevano essere uno strumento utile per consentire ai piccoli risparmiatori di investire in azioni collegate al mondo immobiliare. Ma, in realtà, non sono mai decollate, restano titoli poco liquidi e poco scambiati.

Una sorte simile a quella toccata ai Fondi immobiliari quotati, meno di una decina, anche questi strumenti che hanno permesso negli anni alla clientela retail di investire sul mattone attraverso quote di fondi.

Negli anni scorsi, infatti, molti di questi fondi si avviavano alla scadenza. Eppure, siccome il mercato immobiliare stava calando, il valore delle quote era di molto inferiore rispetto a quello iniziale, dunque, le società di gestione avrebbero dovuto rimborsare i sottoscrittori con evidenti perdite.

Così, lo Stato ha concesso varie proroghe, l’ultima delle quali avvenuta in estate con il cosiddetto decreto Milleproroghe. Le Sgr possono tenere in vita questi fondi fino al 31 dicembre 2023, al solo scopo di vendere gli immobili ancora in portafoglio e così poter procedere al rimborso dei sottoscrittori con la maggior liquidità disponibile.

Un provvedimento di legge accolto con favore dalle sigle di settore, come Assoimmobiliare. Ma che non nasconde le difficoltà di uno strumento finanziario che ha creato ben più dolori, che sorrisi, ai piccoli investitori.



3 visualizzazioni0 commenti

Komentar


Post: Blog2 Post
bottom of page