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Immagine del redattoreGabriele Deodati

Il diritto di usufrutto: cos’è e come funziona

L’usufrutto è essenzialmente il diritto di un soggetto di beneficiare di beni altrui traendone profitto, anche se con l’obbligo di non cambiarne la destinazione economica.

La persona beneficiaria è chiamata anche usufruttuario, mentre il soggetto titolare del bene è chiamato nudo proprietario. Un diritto che fa riferimento a specifici beni e con una durata che, attraverso un contratto, può essere stabilita dalle parti coinvolte. Un istituto giuridico antico contemplato già nel diritto romano e perfezionato nel tempo da nuove regolamentazioni.

Ma cos’è e come funziona il diritto di usufrutto? Nei paragrafi seguenti entriamo più nei dettagli per approfondire l’argomento.

L’usufrutto: cos’è

Dopo la breve introduzione sul diritto di usufrutto scendiamo nei particolari per saperne di più e capirne realmente il concetto. L’usufrutto è un istituto giuridico che consente ai proprietari di beni di concederne l’uso e i loro frutti a terze persone. Tuttavia siamo di fronte a un diritto a “scadenza” perché l’usufrutto non è illimitato, ma sempre legato a una temporanea durata.

Un termine anche strettamente legato alla vita del titolare, in tal caso il diritto viene comunemente identificato come usufrutto vitalizio.

Quando, al momento della formalizzazione dei contratti non venga stabilita alcuna durata del diritto, l’usufrutto in automatico avrà la durata legata alla vita degli usufruttuari, nei casi si tratti di persone fisiche. Nei casi, invece, di persone giuridiche, allora il diritto di usufrutto avrà una durata pari a trent’anni.

L’usufrutto è disciplinato dall’art. 978 e seguenti del Codice Civile, che ne determina il concetto e la durata.

L’usufrutto: diritti e doveri

Come in ogni contratto, le parti coinvolte hanno diritti e doveri da rispettare. Gli usufruttuari, infatti:

  • potranno godere dei frutti dei beni, senza però alterarne le destinazioni economiche;

  • potranno cedere i diritti a terzi soggetti, dietro regolare notifica ai proprietari;

  • i pagamenti di imposte e tasse (esempio: Tasi, IMU) e i costi ordinari per il mantenimento dei beni sono a carico degli usufruttuari;

  • dovranno cedere i beni alla fine del diritto di usufrutto.

Dal canto loro, i nudi proprietari hanno l’obbligo di sostenere i costi per eventuali interventi di carattere straordinario, in caso contrario gli usufruttuari possono avvalersi del diritto di risarcimento

In determinate circostanze, l’istituto giuridico dell’usufrutto può essere cancellato. Una cancellazione che si concretizza al verificarsi delle situazioni di seguito riportate:

  • mancato uso dei beni per un periodo di vent’anni;

  • riunione del nudo proprietario e dell’usufruttuario in una sola persona;

  • deperimento dei beni;

  • invalidità dei titoli.

Tutte situazioni che possono portare alla cancellazione del diritto di usufrutto e alla perdita dei diritti e dei doveri delle parti interessate.

Fonte Edilizia.com




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