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Immagine del redattoreGabriele Deodati

I GENITORI POSSONO VENDERE CASA SENZA IL CONSENSO DEI FIGLI?

Si sa, non tutte le famiglie vivono in complicità e armonia come quelle degli spot pubblicitari. Soprattutto nei nuclei più numerosi – dove il già complicato rapporto tra genitori e figli si unisce alle difficoltà di comprensione che possono sorgere tra fratelli e sorelle – il rischio che nascano dissidi e dissapori è sempre dietro l’angolo.

A maggior ragione, ciò accade con il raggiungimento della maggiore età da parte di tutti i componenti, quando le diversità di vedute e le concezioni differenti possono inasprirsi fino a raggiungere livelli di scontro davvero poco piacevoli.

Diritto di proprietà sugli immobili di famiglia: i genitori possono prendere decisioni senza consultare i figli?

E così, tra una discussione accesa e un litigio di troppo, uno degli ambiti che finiscono sempre sul tavolo della contesa è quello che riguarda il diritto di proprietà sugli immobili di famiglia. Infatti, a differenza di quanto si possa comunemente pensare, non sempre i genitori hanno piena facoltà e autonomia nel decidere cosa fare di case e appartamenti: ci sono situazioni in cui la volontà di padri e madri viene limitata dalla legge, con l’obiettivo di tutelare i diritti dei figli nella gestione delle abitazioni.

Nessun problema quando la residenza è intestata solamente ai genitori: in questo caso, spetta a loro decidere cosa farne in totale libertà. Le cose cambiano invece se il bene è inserito all’interno di un fondo patrimoniale: in queste situazioni, se i figli sono minorenni, occorre certificare che la vendita dell’immobile sia finalizzata a garantire loro un vantaggio economico.

Per questo, la normativa prevede l’intervento di un giudice tutelare, che vada ad accertare l’intento positivo dei genitori che stanno vendendo un’abitazione riconducibile anche ai figli.

Vendita della casa di famiglia, cosa cambia quando i figli sono maggiorenni e cosa possono fare i genitori

Altro caso ancora è quello in cui case o appartamenti risultano intestate sia ai genitori che ai figli, ma già maggiorenni. In questo frangente non occorre l’intervento di nessun soggetto terzo, ma vale la regola del consenso di tutti i proprietari: nel caso in cui non vengo raggiunto un accordo tra tutti i componenti della famiglia, i genitori possono forzare la mano e agire in giudizio per la divisione della proprietà, ma non possono vendere in autonomia la quota intestata ai figli con un’età maggiore ai 18 anni.

Infine, esiste il caso in cui padre e madre vogliano effettuare una donazione dell’immobile a soggetti terzi. Secondo quanto stabilito dal nostro codice legislativo, per farlo devono comunque sempre tenere conto delle quote ereditarie di legittima spettanza dei figli. Nel caso in cui non lo facciano, quest’ultimi hanno la facoltà di chiedere il pagamento della loro quota economica anche dopo la vendita del bene da parte dei genitori, ma non possono comunque opporsi alla loro scelta.

Fonte immobiliare.it



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