Per gli immobili non locati che si trovano nello stesso comune della propria abitazione principale, bisogna fare attenzione quando si compila la dichiarazione dei redditi fondiari perché è necessario compilare il campo Irpef al 50% della rendita catastale rivalutata del 5%, aumentata di 1/3.
In pratica se si possiede un secondo immobile nello stesso comune di residenza, anche se questo non è messo a reddito, va comunque dichiarato ai fini Irpef e Imu, seguendo alcuni parametri.
Tassazione di un immobile non locato
Il caso nel dettaglio è quello di un immobile collocato nello stesso comune dove si trova l’abitazione principale del proprietario.
In questo caso il proprietario sarà tassato anche ai fini Irpef calcolata sul 50% della rendita catastale rivalutata del % e aumentata di 1/3. La norma (articolo 1 del dl n 147/13) rivisita dunque il principio dell’ alternatività Imu-Irpef (dl 23/11) che stabiliva appunto che una rendita catastale non locata venisse tassata Imu e non Irpef.
Spieghiamo meglio la tassazione degli immobili non locati, oggi.
Requisiti per la nuova tassazione immobili locati Imu-Irpef
La tassazione Imu Irpef definita con il decreto legge 23/11 è applicabile su immobili non locati ed è applicabile se sono presenti le seguenti condizioni:
proprietà di immobile ad uso abitativo non locato;
tassazione Imu già assoggettata;
immobile ubicato nello stesso Comune dell’abitazione principale.
Definizione di abitazione principale e un immobile non locato
Per abitazione principale si intende l’immobile dove il proprietario abita. Quindi nel caso in cui il proprietario abiti in una casa presa in locazione e non nella sua prima casa, non ci saranno i il presupposti di assoggettamento ad Irpef del 50% della rendita catastale.
Condizione fondamentale per la richiesta della tassazione al 50% che la prima casa sia abitata dal richiedente e che la seconda casa non locata si trovi nello stesso comune dove il richiedente ha residenza.
Inoltre sia l’abitazione principale sia l’immobile o immobili non locati devono essere a disposizione del contribuente. Ciò vuol dire che sono inclusi tutti gli immobili non locati lasciati a disposizione d’uso del proprietario, come le abitazioni tenute a disposizione della famiglia come casa vacanza, oppure gli immobili dati in comodato d’uso gratuito a un familiare.
Immobili non locati in dichiarazione dei redditi
Premessa la definizione di abitazione principale e immobile di proprietà non locato, vediamo ora come inserire la proprietà di questo immobile in dichiarazione dei redditi, anche se non si percepisce alcun reddito.
L’obbligo di inserire i possedimenti catastali ai fini della tassazione Irpef scatta nel momento in cui la rendita rivalutata e aumentata di 1/3 supera la soglia di 500 euro.
Se la rendita non supera i 500 euro continua ad essere esonerata dalla tassazione Ipref.
Come compilare la dichiarazione dei redditi
Ai fini della tassazione Irpef, bisogna dichiarare la proprietà di redditi fondiari anche se l’immobile non è a reddito, nell’apposito riquadro dei redditi fondiari della dichiarazione dei redditi.
In dettaglio:
per chi presenta il modello 730 la rendita catastale va inserita nel Quadro B;
per chi presenta il modello Redditi PF va inserita la rendita catastale nel Quadro RB.
Sarebbe poi importante ricordare che:
di inserire il codice “2” nella colonna Utilizzo che sta a indicare che l’unità abitativa è tenuta a disposizione come richiesto da legge;
di inserire il codice “3” nella colonna dei Casi particolari Imu per sottintendere che si tratta di abitazione non a reddito e come tale iscrivibile alla tassazione prevista dal dl 23/11.
nella colonna 17 si andrà a inserire la rendita catastale rivalutata del 5% e aumentata di 1/3 al 50%
nella colonna 13 la tassazione Irpef al 50%.
Fonte immobiliare.it
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