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Immagine del redattoreGabriele Deodati

Città Metropolitane, in arrivo 2,7 miliardi di euro per la rigenerazione urbana

Il Ministero dell’Interno dà il via ai Piani Urbani Integrati, la misura da oltre 2,7 miliardi di euro finalizzata al miglioramento di aree urbane degradate e per la rigenerazione e rivitalizzazione economica delle Città Metropolitane.

La misura, che copre il periodo 2022-2026, è prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ‘Piani Integrati - M5C2 - Investimento 2.2’, ed è disciplinata dal DL 152/2021 di attuazione del PNRR.

Con il DM del 6 dicembre 2021, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è stato approvato il modello con il quale le Città Metropolitane potranno presentare i propri progetti per interventi di valore minimo di 50 milioni di euro.

I progetti dovranno riguardare investimenti volti al miglioramento di ampie aree urbane degradate, per la rigenerazione e rivitalizzazione economica, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi alla persona e alla riqualificazione dell’accessibilità e delle infrastrutture.

Gli interventi dovranno consentire la trasformazione di territori vulnerabili in città intelligenti e sostenibili, attraverso:


a) la manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico;

b) il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante la ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive;

c) interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico, volti al miglioramento della qualità ambientale e del profilo digitale delle aree urbane mediante il sostegno alle tecnologie digitali e alle tecnologie con minori emissioni di CO2.

I progetti oggetto di finanziamento dovranno, inoltre, a pena di inammissibilità:

a) intervenire su aree urbane il cui IVSM è superiore a 99 o superiore alla mediana dell’area territoriale;

b) avere un livello progettuale non inferiore alla progettazione preliminare o studio di fattibilità tecnico economica;

c) assicurare, nel caso di edifici oggetto riuso, rifunzionalizzazione o ristrutturazione, l’incremento di almeno due classi energetiche;

d) assicurare l’equilibrio tra zone edificate e zone verdi nonché potenziare l’autonomia delle persone con disabilità e l’inclusione sociale attraverso la promozione di servizi sociali e sanitari a livello locale eliminando, laddove possibile, gli ostacoli all’accesso agli alloggi e alle opportunità di lavoro tenendo conto anche delle nuove possibilità offerte dalle tecnologie;

e) prevedere la valutazione di conformità alle condizioni collegate al principio del DNSH (Do Not Significant Harm);

f) prevedere la quantificazione del target obiettivo: metri quadri area interessata all’intervento, intesa come bacino territoriale che beneficia dell’intervento.


I progetti oggetto di finanziamento possono, inoltre, prevedere:

a) la possibilità di partecipazione dei privati, attraverso il ‘Fondo Ripresa Resilienza Italia’ nel limite massimo del 25% del costo totale dell'intervento;

b) la presenza facoltativa di start-up di servizi pubblici nella proposta progettuale;

c) la co-progettazione con il terzo settore.

Le Città Metropolitane sono tenute a trasmettere le proposte progettuali entro il 7 marzo 2022.


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