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Immagine del redattoreGabriele Deodati

CASA IN AFFITTO CON MUFFA E UMIDITÀ: DI CHI SONO LE RESPONSABILITÀ?

L’umidità ottimale in casa deve oscillare tra il 30 e il 60% con una temperatura media intorno ai 18 gradi centigradi. Sotto e sopra questa soglia gli ambienti domestici diventano poco salubri e possono deteriorarsi. Nel medio tempo si dovranno riparare danni agli intonaci, crepe su pavimenti e arredi, muffa in casa.

L’umidità fa male alla salute, ecco perché

Gli esperti del Dipartimento prevenzione sanitaria del Ministero della Salute ribadiscono che l’esposizione alle muffe e all’umidità domestica si associano alla maggiore prevalenza di sintomi respiratori, asma e danni funzionali respiratori. Umidità e muffe in casa danneggiano soprattutto la salute degli anziani e dei bambini.

Gli studi hanno dimostrato una correlazione tra questo problema e la tosse nei bambini con fascia d’età compresa tra i 6 e i 12 anni. Il problema riguarda soprattutto le famiglie più affollate negli ambienti domestici non sufficientemente arieggiati, dove il rischio di asma ed esposizione agli allergeni è più elevato.

Un conto però è possedere la casa dove vivere, altra cosa è subire un ambiente dove abbiamo scelto di vivere in affitto. Quali sono i doveri e le responsabilità del proprietario? Chi deve risolvere il problema?

Casa in affitto con muffa e umidità: cosa devono fare proprietario e inquilino?

La casa in affitto deve avere la destinazione d’uso abitativo. Significa che la legge italiana obbliga il proprietario di un immobile a consegnare la casa in affitto in buono stato, a norma e idoneo a essere utilizzato per lo scopo abitativo. Da questo principio basilare deriva che gli interventi per risolvere eventuali problemi di muffe a umidità sono a carico del proprietario di casa.

L’inquilino affittuario ha diritto a ricevere in affitto una casa a norma e a tutela della salute di chi la abita.

Dal canto suo, l’inquilino ha il dovere di occuparsi della manutenzione ordinaria della casa, rispettando gli obblighi contrattuali per legge e eventuali altre clausole pattuite e scritte. Se il problema dell’umidità e della muffa è imputabile all’incuria dell’affittuario, sarà quest’ultimo a provvedere al riparo del danno a sue spese.

E se il proprietario non risolve il problema della muffa in casa?

In questi casi l’inquilino ha diverse possibilità, da vagliare a seconda delle circostanze e dei tempi di segnalazione del problema. Ecco quali:

  • Può chiedere la riduzione del canone di affitto per muffa in casa (da concordare con il locatore, oppure da affidare alla decisione di un giudice civile);

  • Oppure può avere diritto a un risarcimento del danno (attenzione, i danni non possono essere pretesi quando il proprietario si attiva immediatamente per risolvere il problema della muffa e dell’umidità in casa);

  • Potrebbe anche richiedere la risoluzione del contratto di affitto senza preavviso, come previsto dagli articoli 1578 e 1581 del Codice civile. In questo caso l’inquilino non deve pagare alcuna penale, a patto che l’appartamento risulti inutilizzabile a causa della muffa, nonché rischioso per la salute. E nel caso in cui il proprietario non provveda ai lavori per risolvere il problema. Davanti al rifiuto o silenzio del proprietario, l’inquilino ha la possibilità di avviare una causa civile.

  • Può infine rivalersi sul condominio qualora il problema della muffa derivasse dalle parti in comune o sia causato da altri inquilini (ad esempio infiltrazioni dal giardino o dal piano dei vicini di casa).



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