Una società otteneva dal Tribunale il decreto ingiuntivo nei confronti di un condominio per il pagamento di somme riconducibili a forniture di gasolio e a lavori fatti su una caldaia che era stata installata in passato.
In seguito ad un accertamento tecnico il Tribunale si rendeva conto che la società aveva collocato in una posizione sbagliata la caldaia che quindi aveva fatto surriscaldare la piastra, determinando più consumi per i condomini e provocando perdite per le quali erano stati richiesti interventi successivi.
Alla luce di questo il tribunale aveva revocato il decreto ingiuntivo e procedeva sia accertando il credito del condominio nei confronti della società sia il controcredito dei condomini per risarcimento danni per malposizionamento della caldaia in oggetto. Perciò condannava il condominio a pagare la differenza tra i due importi.
La sentenza della Corte d’Appello
La società installatrice si rivolgeva alla Corte d’Appello che rigettava l’appello dell’impresa e accoglieva quello del condominio. La Corte d’Appello rideterminava il conto credito dei condomini addebitando alla società appellante il sovra-consumo di carburante del condominio, nella misura che era stata individuata dalla perizia.
Ricorso in Cassazione
La Cassazione ha condiviso le tesi dei giudici di secondo grado facendo risultare la società responsabile dell’erronea collocazione del bruciatore e di altri errori che hanno causato aumenti nei consumi e la richiesta di successivi interventi di manutenzione.
La perizia disposta dal giudice ha messo in rilievo tutte le responsabilità della ricorrente (erronea scelta del posizionamento del bruciatore, surriscaldamento conseguente della piastra e l’accumulo di formazioni di calcare in corrispondenza della piastra, successive perdite, maggior consumo e necessità interventi di saldatura).
Fonte immobiliare.it
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